Rivista semestrale di musica contemporanea
All’interno del progetto triennale “Polifonie” – ideato da Fondazione Prometeo per festeggiare il primo quarto di secolo della rassegna internazionale di musica moderna e contemporanea Traiettorie – nasce la rivista «Nuove Musiche», un originale progetto editoriale di alto profilo accademico, monograficamente dedito alla musica contemporanea.
Frutto del sodalizio tra la Fondazione Prometeo di Parma e il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo, la rivista – edita da Pisa University Press – è dotata di un comitato scientifico internazionale e si avvale di procedure di peer-review, nel rispetto dei più rigorosi standard editoriali.
Esce con cadenza annuale, in edizione multilingue, sia in versione a stampa sia digitale e suo oggetto di studio è l'intero campo mondiale della musica d'oggi, con una prospettiva privilegiata sulla situazione italiana. Lo sguardo di «Nuove Musiche» mira alla convergenza metodologica dei vari approcci della musicologia: storico, estetico, analitico, teorico-sistematico, socio-antropologico, psico-neurologico, semiotico, mediale, economico; cioè alla convergenza tra la musicologia stessa e le altre discipline della conoscenza, nell'ideale di un umanesimo aggiornato. «Nuove Musiche» punta a integrare la riflessione sulla musica contemporanea nella vita culturale nel senso più vasto. Perciò la rivista ospita studi di taglio scientifico ma anche contributi liberi di compositori, interpreti e organizzatori, e si rivolge al pubblico della musicologia accademica internazionale ma anche agli operatori della musica contemporanea e a tutte le persone interessate.
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Il numero 1 di «Nuove Musiche» è un volume monografico, intitolato Vectoriality/Protension in Post-Tonal Music. L'argomento, che sembra duramente specialistico, in realtà preme a tutti coloro che amano la musica anche tradizionale, tonale o modale, di tradizione colta o popolare che sia. Nella musica postonale le tensioni melodiche, armoniche ecc., che spingono l'ascoltatore a protendersi psichicamente verso un futuro atteso e desiderato, sono spesso neutralizzate. Non sempre, tuttavia, e non necessariamente. Alcuni compositori contemporanei, ascrivibili a stili assai diversi, ristabiliscono con mezzi originali quella che si può definire una vettorialità formale-temporale, e dunque la conseguente esperienza psichica di protensione. Il volume, curato da Stefano Lombardi Vallauri, raduna articoli di vari studiosi per affrontare l'argomento attraverso due approcci: uno teorico-sistematico, rivolto alla definizione e discussione dei concetti stessi di vettorialità e protensione; l'altro storico-analitico, che si concentra su alcuni casi di musica postonale che realizzano, in maniere differenti ma paradigmatiche, nuovi tipi di vettorialità.
Il primo saggio, di Giovanni Guanti, svolge la sua funzione fondativa, di riflessione storico-estetica sulle categorie soggiacenti alla ricerca, nel modo più utile, cioè minando alla base ogni possibile generalizzazione: la musica postonale è costituita da una variegata moltitudine di uncommon practices, tra loro reciprocamente irriducibili. Inoltre si pone una domanda fondamentale: l'abbandono della common practice tonale ha conseguenze esclusivamente strutturali-formali, oppure implica l'allontanamento anche da costanti inerenti alle umane facoltà percettive, cognitive ed emotive? Lo studio di Elisa Negretto collega il concetto di vettorialità alle categorie già consolidate di aspettativa e anticipazione, coniugando la prospettiva filosofico-fenomenologica con quella psicologico-cognitiva. L'articolo sposta ed estende l'attenzione – in precedenza rivolta dagli studiosi perlopiù alla musica tonale – al repertorio a- o post-tonale. Nel suo articolo Alessandro Cecchi sonda la produzione teorico-musicale di tradizione germanofona della prima parte del '900, in particolare il filone delle concezioni definite “energetiche”, alla ricerca di elementi che supportino eventuali continuità tra tonalità e postonalità. Melodia, armonia, sintassi fraseologica, forma, ma anche i cosiddetti “parametri secondari” (dinamica, registro, timbro, densità) sono le dimensioni della musica attraverso cui possono costituirsi nel tempo “forze” e “tensioni”. La ricognizione di Alberto Colla riguarda invece una serie di teorie specificamente armoniche, proposte nell'arco del '900 da teorici (Grassi-Landi, Javorskij) e soprattutto da compositori (Janácek, Scriabin, Cowell, Hába, Wyschnegradsky, Hindemith, Lupi, Partch, Grisey) che si sono confrontati con la questione della tensione.
L'articolo di Nathalie Hérold salda la prima e la seconda parte del volume, i contributi generali teorici con quelli monografici analitici. Suo oggetto di studio è la vettorialità in una singola dimensione del suono, il timbro, che d'altronde è cruciale perché è il livello strutturale dove l'attenzione dei compositori si esercita in modo più intensivo durante il secondo Novecento. L'analisi si applica a due pezzi: Sur un même accord di Henri Dutilleux e Territoires de l’oubli di Tristan Murail. Lo studio di Giacomo Albert si rivolge al minimalismo, in particolare alla prima produzione di Steve Reich basata sulla tecnica del phasing e sulla concezione della forma “come processo graduale”. Argomenta anzitutto che tale processo conferisce sì alla musica di Reich vettorialità, ma che questa, per la lentezza e prevedibilità del processo stesso, non necessariamente induce nell'ascoltatore protensione. Al contrario, l'ascoltatore concentra l'attenzione sul tempo presente, su ogni singolo momento presente in successione. L'articolo di Ingrid Pustijanac, infine, ci riporta allo spettralismo. Il quale si è definito come mimesi – obbligata, libera o deviante – della struttura interna del suono nel tempo, sul piano della grande forma. La musica, fondandosi a ogni livello (dal micro al macro) sulla categoria di differenza, di soglia percettiva, si evolve come processo, strutturalmente continuo, graduale, direzionato (di conseguenza prevedibile): come “fasci di energia temporale indirizzata”.
«Nuove Musiche» / Numero 1 - 2016
Singolo numero [Italia €30,00] - [Estero €40,00]
La rivista è disponibile online sul sito di Pisa University Press
«Nuove Musiche» è una rivista semestrale iscritta presso il Tribunale di Pisa
con registrazione n°. 1580/2016 R.N.C. – 9/16 del 25 ottobre 2016, codice ISSN 2531-7563
Versione elettronica e-ISSN 2531-9094
Per ulteriori informazioni: www.nuovemusiche.it - nuovemusiche@fondazioneprometeo.org
Il numero 2 di «Nuove Musiche» presenta contributi di taglio estremamente variegato, in una prospettiva assolutamente transnazionale. Accanto all'intervista e al saggio scientifico troviamo la recensione, la nota di sala, l'inchiesta. Tra i testi prevalentemente in italiano, leggiamo però anche interventi in francese e in inglese.
La prima sezione del volume, intitolata Nuovo e clichés, a cura di Stefano Lombardi Vallauri, ospita le risposte di tre grandi compositori del nostro tempo, Helmut Lachemann, Roger Reynolds e Marco Stroppa, a un questionario scottante: dando per scontato che l'ideale del nuovo è centrale nella musica contemporanea, è vero che attualmente si assiste invece a una diffusione di stereotipi e clichés stilistici? Ma d'altra parte, questo è necessariamente un male? Intorno allo stesso tema orbitano i saggi del semiologo Pierluigi Basso Fossali, dell'estetologo Leonardo V. Distaso e di Rosario Mirigliano, compositore qui in veste di teorico.
La seconda sezione della rivista, ad argomento libero, contiene due articoli. Il primo, di Paolo Emilio Carapezza, svolge un paragone tra lo stile in musica di Francesco Pennisi e lo stile in poesia dell'autrice danese Inger Christensen – ardita parola chiave: le farfalle. Il secondo, di Marilena Laterza, presenta una tipologia ragionata, fondata sull'analisi, dei vari tipi di riscrittura bachiana nell'opera di György Kurtág.
Infine la terza sezione del volume è riservata all'attualità. Al libro di Sara Zurletti Ars nova. Ventuno compositori di oggi raccontano la musica è dedicato un approfondito “invito alla lettura” da parte di Marco Spagnolo. Segue la nota di sala per la recentissima produzione del Prometeo di Luigi Nono presso il Teatro Regio di Parma, redatta da Marco Angius che l'ha diretta. E si conclude con un'inchiesta curata da Elena Abbado, che a 226 compositori italiani ha rivolto la domanda: “Come dovrebbe essere una rivista di musica contemporanea oggi?” Le riflessioni dei 19 generosi che hanno risposto sono pubblicate per intero.
«Nuove Musiche» / Numero 2 - 2017
Singolo numero [Italia €30,00] - [Estero €40,00]
La rivista è disponibile online sul sito di Pisa University Press
«Nuove Musiche» è una rivista semestrale iscritta presso il Tribunale di Pisa
con registrazione n°. 1580/2016 R.N.C. – 9/16 del 25 ottobre 2016, codice ISSN 2531-7563
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I numeri 3 e 4 di «Nuove Musiche» costituiscono le due parti di un singolo progetto editoriale interamente dedicato al compositore britannico Jonathan Harvey (1939-2012), un autore che ha segnato in maniera significativa la musica del tardo Novecento e del primo decennio del secolo XXI. Diversi aspetti dell'opera e della poetica di Harvey – dal rapporto con la tradizione post-seriale all'adozione critica delle tecniche spettrali, dalla valorizzazione della tecnologia al nesso produttivo tra composizione e tematiche spirituali – sono indagati da una compagine internazionale di studiosi, tra i quali non mancano i maggiori specialisti della musicologia harveyana. Dei due volumi, ambo a cura di Candida Felici e Stefano Lombardi Vallauri, il primo presenta saggi di Arnold Whittall, Bruno Bossis, Juri Seo, Marcela Pavia, Candida Felici; il secondo saggi di Paul Griffiths, Laura Zattra, Pierre Albert Castanet, Luigi Manfrin e Giovanni Guanti, nonché una bibliografia, a firma di Simon Obert, contenente l'elenco esaustivo di tutti gli scritti di e su Jonathan Harvey.
«Nuove Musiche» / Numero 3 - 2017 / Numero 4 - 2018
Singolo numero [Italia €30,00] - [Estero €40,00]
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«Nuove Musiche» è una rivista semestrale iscritta presso il Tribunale di Pisa
con registrazione n°. 1580/2016 R.N.C. – 9/16 del 25 ottobre 2016, codice ISSN 2531-7563
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I volumi 5 e 6, intitolati «Writing <–> Technology. Composers 1973-1983», studiano l’opera di tredici giovani compositori odierni internazionalmente affermati (in ordine di nascita): Francesco Filidei, Malin Bång, Panayotis Kokoras, Jennifer Walshe, Mauro Lanza, Simon Steen-Andersen, Rama Gottfried, Du Yun, Stefan Prins, Alexander Schubert, Francesca Verunelli, Johannes Kreidler, Tristan Perich.
Centro dell’analisi sono il processo creativo, le tecniche compositive e la scrittura musicale, in relazione con le tecnologie.
Dei due volumi, ambo a cura di Giacomo Albert e Andrea Valle, il primo presenta saggi di Anne Holzmüller, Johannes Bernet, Amy Bauer, Stefan Drees, Landon Morrison e Fabian Czolbe; il secondo saggi di Max Erwin, Matthew Sargent, Francesca Placanica, Monika Voithofer, Julia H. Schröder, Marco Ligabue e Ingrid Pustijanac.
«Nuove Musiche» / Numero 5- 2018 / Numero 6- 2019
Singolo numero [Italia €30,00] - [Estero €40,00]
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Il volume 7 completa la serie dal titolo «Writing <–> Technology. Composers 1973-1983» – di cui fanno parte anche i numeri 5 e 6 – che indaga il processo creativo, le tecniche compositive e la scrittura musicale, in relazione con le tecnologie, di alcuni giovani compositori odierni internazionalmente affermati quali Ondrej Adámek, Andrea Agostini, Ryan Carter, Ashley Fure, Marina Khorkova, Dmitri Kourliandski, Sarah Nemtsov, Vito Zuraj.
Gli autori di questo volume sono Giacomo Albert, Luisa Antoni, Carlo Benzi, Fabio De Sanctis De Benedictis, Ross Feller, Luca Guidarini, Andrea Valle, Paolo Zavagna.
«Nuove Musiche» / Numero 7- 2020
Singolo numero [Italia €30,00] - [Estero €40,00]
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Il numero 8 di Nuove Musiche è dedicato al rapporto tra musica e natura attraverso il filtro del paesaggio sonoro. Il tema è trattato con un taglio multidisciplinare: dall’inquadramento delle problematiche relative al paesaggio tout court, con riferimento al ruolo dei sensi nella percezione del mondo, fino al fertile e multiforme rapporto della musica contemporanea con il soundscape; dal ‘respiro’ tra paesaggio sonoro agreste e contesto urbano in Sardegna al ruolo, sulla scorta di alcune esperienze virtuose, che l’ascolto del mondo in cui viviamo e la soundscape composition possono assumere nelle attività didattiche a scuola.
Una più piccola sezione è dedicata a Federico Incardona e alla sua composizione Levante.
ll curatore
Gabriele Garilli è docente di Storia della musica al Conservatorio di Palermo. Si è formato tra Palermo, Roma e Berlino. I suoi interessi si muovono tra l’analisi e l’estetica musicale con particolare riferimento alla musica attuale e del Novecento e ai rapporti tra musica e natura. Ha scritto saggi su Scelsi, Lachenmann e Messiaen.
«Nuove Musiche» / Numero 8- 2021
Singolo numero [Italia €30,00] - [Estero €40,00]
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